Madonna della Salute
Madonna della Salute – la fine della pestilenza
La Chiesa della Madonna della Salute simboleggia, dalla metà del 1600, la liberazione di Venezia dalla peste.
La malattia si ritiene che uccise 80.000 persone sulle isole, e oltre 600.000 in terraferma. L’impotenza di reagire contro lo sterminio della popolazione spinse il Senato della Repubblica a rivolgersi ai Santi, pregando per l’intercessione Divina con l’impegno di dedicare un tempio alla Madonna della Salute se la città fosse sopravvissuta.
Tra gli 11 progetti presentati nel 1630 al Senato, trovò maggiore consenso quello del Longhena. Definito: “opera vergine, non più vista, curiosa, degna e bella, fatta in forma di rotonda macchina, che non si è veduta né mai inventata, né in tutto, né in parte per altre chiese di questa città”, proponeva un’opera rivoluzionaria e allo stesso tempo perfettamente integrabile nel panorama dell’area più scenografica di Venezia.
Nel 1631, al cospetto del Doge che raggiunse l’isola grazie ad un ponte di barche, si posò la prima pietra di una delle chiese più originali di Venezia.
Rivestita completamente di marmi, e adornata da oltre 130 statue, la mole di questo complesso, che comprende l’edificio del Seminario Patriarcale, poggia su quasi un milione e duecento mila travi.
La cupola è l’elemento che stupisce maggiormente per la sua solidità e leggerezza; l’originalità del progetto colpì a tal punto gli architetti di quel periodo da riprenderlo in opere successive, come la Cattedrale degli Invalidi a Parigi.
Curiosità: per difendersi dalla pestilenza, molti Veneziani preferirono allontanarsi dalla città in barca per trasferirsi temporaneamente in altre isole della laguna o in prossimità del mare. Questo rafforzò il legame della popolazione al punto di meritare una rappresentazione allegorica sulla riva attigua alla Chiesa.
Sareste in grado di individuare l’angelo che sorge dalle acque in segno di salvezza?